Lettere dalla Spagna: Intervista a Alessandro Carletti

15 Novembre 2022

Viaggiare

Vi siete mai chiesti come viaggiare con pochi soldi? Come conoscere un Paese straniero al di là del turismo? Come aiutare in qualità di volontari? Ecco l’intervista che abbiamo fatto a Alessandro Carletti, che ha deciso di prendere un paio di valigie e di andare all’associazione EUEXIA in Spagna. Sta partecipando a un progetto ESC, nell’ambito del programma Erasmus+. Volete leggere come sta andando la sua esperienza?

Cosa ti ha portato ad iniziare un progetto ESC? Come mai hai scelto giusto il progetto in cui ti trovi?

Quello che mi ha spinto di più è stato conoscere tante persone nel loro SVE a Fonti durante gli anni, la loro esperienza, come li ha cambiati e cosa hanno portato anche nelle vite di chi è rimasto. Questo è tutto quello che volevo fare anche io, portare me stesso dove ci sia bisogno e lasciare che io sia tanto influenzato quanto lasciare la mia impronta nel posto e nelle persone. Ho scelto questo progetto perché mi sembrava molto interessante nel suo obiettivo e modalità, lavorare con persone con disabilità nel loro quotidiano e nel lavoro di riciclaggio di materie come vetro, plastica e sughero cercando di creare una comunità fuori dal mondo dove si possano sentire a casa.

Dato che sei là da due mesi, come è stato il tuo periodo di adattamento?

In questi due mesi che sono qui ho imparato tanto e ho scoperto che ho ancora molto da imparare. Mi sto adattando molto bene allo stile di vita spagnolo, mi viene molto naturale e lo sento già mio. Con la lingua ero partito avvantaggiato quindi sto avendo molti pochi problemi anche a lezione, per ora sono nella classe B2. Condivido la casa con altre 3 volontarie, in totale siamo 8 volontari, andiamo tutti d’accordo e non abbiamo problemi di convivenza.

Quali sono le attività che svolgi nel progetto?

Come scrivevo sopra con i ragazzi/e lavoro soprattutto la pulizia delle bottiglie di vino in vetro, le puliamo con acqua e sapone per togliere l’etichetta e poi le rivendiamo agli stessi produttori di vino. Ci sono altre attività in corso come la creazione di piccoli oggetti con tappi di sughero, come portapenne o porta vasi o anche veri e propri quadri raffiguranti le cose più svariate, tutto fatto solo con sughero e colla a caldo. In un altro raccogliamo le linguette delle lattine di alluminio per fare braccialetti; questi poi sono divisi in base al materiale: se hanno del ferro oppure no e successivamente schiacciate e mandate al riciclo.

Alessandro nel suo progetto di volontariato
Sappiamo che un progetto ESC vi coinvolge al di là del progetto che avete scelto di realizzare. Puoi raccontarci come stai vivendo, cosa stai imparando, in questa esperienza all´estero?

Sto cercando di vivere senza chiudermi nelle vecchie abitudini, buone o cattive che siano, per aprirmi a tutto quello che questo nuovo mondo può portarmi. Penso che sto imparando moltissimo, anche su di me: come gestire la stanza e le stanze comuni, come gestire il tempo al meglio, avere pazienza nell’affrontare le divergenze e differenze per un benestare comune, sia a lavoro che tra di noi volontari. Vivere fuori dalla propria zona di comfort posso dire che fa solo che bene e non può fare altro che aprire la mente e far crescere una persona, indipendentemente dall’età.

Hai ancora molta strada da fare. Cosa ti aspetti o quali sono le tue aspettative?

Le mie aspettative per adesso sono solo rosee, il lavoro mi piace e vedo che è apprezzato quello che faccio, dai ragazzi/e e dai lavoratori nella struttura, quindi voglio continuare nel miglior modo possibile e pensare altre attività da fare con loro. Per ora io e una volontaria stiamo cercando di organizzarci per preparare un mini concerto, ma questa sarà solo la prima attività di quello che penso sarà un volontariato molto gratificante per me.


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